Una trasferta diversa da tutte le altre. È così da sempre e sempre lo sarà fin quando Napoli ed Hellas Verona condivideranno la stessa categoria. A giudicare dall’attuale classifica, non è poi così scontato che l’anno prossimo avvenga. Sì perché complice un’inquietante sfilza di infortuni che ha coinvolto, fra gli altri, anche gli arieti Luca Toni e Giampaolo Pazzini, la squadra di Mandorlini si ritrova a grattare il fondo della classifica in compagnia della matricola Carpi.
Sei punti in 12 giornate di campionate, frutto di sei pareggi ed altrettante sconfitte, dunque con l’aggravante rispetto agli emiliani di non aver ancora vinto un incontro in stagione. Numeri che fanno il paio con statistiche realizzative condizionate dagli stop dei due bomber gialloblù: appena 8 gol fatti – peggior attacco della Serie A – ma con ben sette marcatori diversi. Per giunta, l’unico scaligero ad aver segnato due reti è il terzino Eros Pisano, il che spiega un digiuno dal gol di oltre 285 minuti.
Una passeggiata per la squadra di Sarri, almeno all’apparenza. Il fatto è che in occasione dell’arrivo dei partenopei (e dei suoi tifosi), il “Marcantonio Bentegodi” è solito accendersi come nella più sentita delle stracittadine. Un’antica rivalità sportiva e, ahinoi, territoriale esasperata quest’anno da lampanti esigenze di classifica. Il tifo scaligero, rinfrancato dal recupero in extremis dei suoi due condottieri, sogna ovviamente di ripetere il clamoroso sgambetto della passata stagione, con Toni protagonista di una scintillante doppietta. Higuain e soci sono dunque avvisati: vietato abbassare la guardia.