Non c’è pace per le martoriate terre dell’Estremo Oriente. Dopo uno tsunami di magnitudo 8 abbattutosi lungo le coste del pacifico dove sono state travolte le isole di Samoa e Tonga, stamane un violento sisma intorno ai 7 gradi della scala Richter ha colpito l’isola indonesiana di Sumatra provocando migliaia di morti e causando lo sfollamento di altre migliaia di persone. Le cifre pubblicate dall’Onu, sui morti e sui feriti coinvolti in questa drammatica tragedia, sono raccapriccianti: si tratterebbe infatti, ufficialmente, di 1100 deceduti e di oltre 2400 persone ferite, di cui almeno 250 in gravissime condizioni. Ma ovviamente questi numeri sono destinati inesorabilmente a salire e intanto sono tantissimi gli abitanti dell’isola che continuano senza affanni a scavare sotto le macerie per cercare i tanti concittadini dispersi.
Tantissimi anche gli aiuti, economici e fisici, che vengono inviati in Indonesia: 3 milioni di euro sono i fondi provenienti dall’ Unione Europea mentre migliaia sono le unità della Croce Rossa e dei medici senza frontiere che si fanno avanti volontariamente per dare una mano nei soccorsi. La mancanza di potenti ruspe e le piogge a dirotto rendono ancora più difficoltose le operazioni di ritrovamento dei corpi ammassati sotto le macerie che però, confidano gli esperti, potrebbero essere ancora vivi se scoperti entro 72 ore dal terremoto. Tra le vittime non ci sarebbe nessun italiano, così come è stato annunciato dalla Farnesina. E intanto sale anche il numero dei morti travolti dallo tsunami nell’ isola di Tonga: secondo le ultime stime sarebbero 148 le vittime di questa terribile calamità.