Ieri sera al Bernabeu, la Juventus ha sfiorato una delle imprese più incredibili della storia recente della Champions: rimontare in trasferta uno 0-3 subito dal Real Madrid campione in carica. A rovinare la festa ai bianconeri c’ha pensato l’arbitro Oliver, assegnando un rigore molto dubbio per fallo di Benatia su Lucas Vazquez, penalty che ha poi spianato la strada per le semifinali ai madrileni in rete con Ronaldo dagli undici metri.
Sia nell’immediato dopo il fischio che nel post gara si sono scatenate polemiche furiose, con i tesserati del club torinese imbufaliti per una decisione che li ha defraudati della possibilità di giocarsi i supplementari da assoluti favoriti per la qualificazione finale. Dall’esplosione di rabbia di Buffon in campo, espulso per polemiche, al gesto di Chiellini, già sul rettangolo verde la furia piemontese ha travolto il fischietto britannico, irremovibile nel concedere un penalty francamente poco limpido.
Nel post-gara, ancora Buffon e il presidente Agnelli in persona si sono scagliati senza mezzi termini contro l’arbitro, accusandolo di aver scippato il club piemontese di una vittoria meritata e sacrosanta. Il portiere ex Parma non le ha mandate a dire, parlando di “scarsa sensibilità dell’arbitro” e di “pattumiera al posto del cuore”; come se non bastasse, l’estremo difensore ha dichiarato che un arbitro che fischia un rigore simile “non può essere definito uomo”, invitandolo a farsi da parte e a seguire le partite dalla tribuna. Il patron juventino, dal canto suo, ha sottolineato la necessità di istituire la VAR anche in Europa, per ridurre al minimo che errori cosi grossolani possano incedere sul regolare svolgimento dei match.
Nonostante delle dichiarazioni di pancia alquanto sopra le righe possano essere comprensibili in frangenti concitati come quelli del dopo gara al Bernabeu, resta assurdo il livore e la rabbia palesata dagli esponenti della società campione d’Italia, da sempre foriera del famoso “stile Juve”. Il capitano della squadra più potente d’Italia non può permettersi di attaccare sul personale un arbitro che ha sbagliato, nemmeno dall’alto dei suoi 40 anni di cui 25 di carriera. Stesso discorso per Andrea Agnelli che, tramite la voce dei propri dipendenti, ha sempre stigmatizzato le polemiche arbitrali e l’utilizzo della tecnologia. E’ sorprendente notare come anche un club che s’è sempre professato superiore alle campanilistiche diatribe sui fischietti, caschi in modo così marchiano nella sterile caciara dopo uno sbaglio a proprio sfavore.
A tal proposito, non è semplice dimenticare le parole di Allegri ad inizio campionato, respingenti verso la scelta di introdurre la moviola in campo “delegittimando” il ruolo dell’arbitro e “le capacità del professionista.” Non è nemmeno facile dimenticare le tante volte in cui la società bianconera s’è posta al di sopra dei provinciali che si appellano all’alibi arbitrale palesando la “propria inclinazione da perdenti.”
Indubbiamente la Juventus ieri sera ha condotto una partita perfetta, annichilendo i campioni di tutto sul proprio terreno, andando vicinissima ad un capolavoro sportivo di inestimabile valore. Resta il rammarico per quanto ha tolto l’errore di Oliver alla Juventus, ma ci sono modi e modi per accettare e e metabolizzare una sconfitta, anche a caldo. Purtroppo, il tonfo davanti alle telecamere di tutto lo stato maggiore della vecchia signora macchia irrimediabilmente una partita che poteva restare negli annali.