Lilian Thuram, ex difensore di Parma e Juventus, si è sempre battuto per difendere coloro che vengono discriminati. Gli ululati di San Siro durante Inter-Napoli nei confronti di Kalidou Koulibaly hanno riaperto un dibattito sul come sconfiggere definitivamente questo fenomeno. Il centrale francese, durante un’intervista al Corriere dello Sport, ha parlato del tema razzismo: “Quando giocavo in Italia, già succedevano episodi del genere e a distanza di 12 anni purtroppo noto che la situazione non è cambiata. Sa cosa vuol dire questo? Che non è stato fatto abbastanza e che la lotta contro il razzismo da voi non è una priorità. Né per la classe politica né per i dirigenti delle società che si sono concentrati su altro e non su questa piaga inaccettabile”.
Sui molteplici episodi avvenuti in Italia: “Quanto accaduto a Koulibaly, Muntari, Boateng, Eto’o, Zoro, Omolade? Un caso per me è già troppo, ma se questi episodi aumentano e soprattutto si ripetono a distanza di anni, vuol dire che i dirigenti e i tifosi italiani non li considerano molto gravi. Se pensassero che sono gravissimi, farebbero di tutto affinché non accadessero di nuovo e invece ci sono tante persone che negli stadi se ne fregano dei buu razzisti e di altri cori altrettanto sgradevoli”.
Sulla sanzione inflitta all’Inter: “Sarà perché sono una persona nera o… marrone scuro, se preferite, ma mi sono stancato di questi dibattiti. In presenza di episodi del genere, io chiuderei tutti gli stadi della Serie A per un week end. Non solo quello dell’Inter. Se gli sportivi italiani fossero costretti a stare un sabato e una domenica senza partite sarebbero obbligati a riflettere, a capire quanto sia ingiusto che un persona venga aggredita sul campo per il colore della sua pelle. Se ci fosse un bianco in un campionato con tutte formazioni composte da neri non succederebbe. Ne sono convinto perché i calciatori neri reagirebbero nei confronti dei tifosi, li zittirebbero e si inc… con loro. Lo farebbero non perché sono più bravi o più buoni, ma perché quando sei nero impari in fretta cosa vuol dire essere aggredito o discriminato. E se vedi che un’altra persona è vittima della stessa cosa, ti ribelli, ti viene automatico di difenderla”.
Qualcuno pensa che i buu siano solo cose da stadio: “A me sembra impossibile che a inizio 2019 così tanta gente pensi che i buu siano una cosa di scarsa importanza, che questa cosa sia accettata in uno stadio di calcio. Dopo quello che è successo a Koulibaly quante persone hanno preso la parola dicendo che bisogna trovare una soluzione, anche a costo di fermare il campionato? Nessuno. Davvero incredibile… Magari adesso tanti si agitano, ma tra 15 giorni penseranno ad altro e si saranno già dimenticati dei buu a Koulibaly e agli altri calciatori neri che lo hanno preceduto”.