Napoli. Due mesi di astinenza da vittoria non bastano a scatenare la fame del Napoli. Contro l’Atalanta finisce 0-0. Un pareggio, e sono quattro da quando Donadoni siede sulla panchina azzurra. Questa volta, però, c’è da dire che i partenopei hanno fatto un considerevole passo indietro dal punto di vista del gioco (confuso) e delle idee (poche). Avvio dedicato, come da programma, al minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Abruzzo. Sessanta secondi davvero molto emozionanti. Parte benino il Napoli che sembra in buona giornata, ma le occasioni da rete latitano e col passare dei minuti vengono a mancare anche le idee. Di contro, invece, sale in cattedra l’Atalanta che prende il comando delle operazioni, offrendo una manovra fluida, corale ma poco incisiva. Floccari fa tanto rumore senza mai incidere veramente ma è un attaccante di tutto rispetto. Zalayeta, invece, è un’ombra nella desolazione del reparto offensivo azzurro, che non brilla anche perché la sua stella, Lavezzi, sembra oscurata dal forte sole che brilla sul San Paolo. Il primo tempo si chiude con zero reti, zero emozioni e una sola certezza: è una partita bruttissima. Nella ripresa ci si aspetta che i tecnici mescolino un po’ le carte, e invece gli schieramenti restano gli stessi e neppure il gioco sembra poter decollare. Donadoni decide di concedere una possibilità a Dàtolo che rileva uno spento Hamsik, ma l’argentino offre un’altra prova impalpabile. Sull’altro fronte Del Neri si gioca la carta Doni, e l’attaccante lo ripaga offrendo alla partita l’unica conclusione in porta (29’), ma la palla esce fuori con Navarro che era sulla traiettoria. Nei minuti finali le due squadre dimostrano di accontentarsi specchiandosi in uno 0-0 che è testimone fedele del valore espresso dalle due squadre in campo.
Scena muta
Con l`Atalanta azzurri mai pericolosi. Finisce 0-0