Vittoria schiacciante per il Napoli contro i cugini del Benevento, un 6-0 che chiude tutte le discussioni nati nel post Champions, con Hamsik che finalmente non viene sostituito e Mertens che segna la sua quarta tripletta, alla quale si aggiunge un poker. Insigne si sblocca si sblocca e Allan è l’ottavo azzurro ad andare a segno in questa stagione. Ai microfoni di 90° minuto parla Maurizio Sarri, che appare più che soddisfatto della prestazione della sua squadra, ma che continua a seguire la sua filosofia del “pensare partita dopo partita”.
Dopo la sconfitta con lo Shakhatar il valore di questa vittoria è molto alto, “soprattutto per l’approccio alla partita – dice il tecnico – e per la qualità di gioco espressa in special modo nel primo tempo. La squadra ha risposto con determinazione ad una partita forse non all’altezza degli ultimi tempi e lo ha fatto bene e con determinazione, questo è quello che mi interessava. Poi i punti con queste prestazioni penso siano una logica conseguenza”.
Mertens ha segnato una tripletta, arrivata anche dai due rigori, l’ultimo si pensava potesse batterlo Hamsik, infatti lo stesso tecnico aveva chiesto al capitano di andare sul dischetto: “Volevo che Marek tirasse il rigore perché pensavo fosse ad un solo gol dal record di Maradona, ma ho scoperto che non è così. Giusto quindi che lo abbia tirato Mertens che è diventato un vero attaccante centrale e come tale ha fame di gol, per lui è benzina segnare e va benissimo così”.
Milik e Mertens sono diversi ma non troppo lontani, “Milik per essere un attaccante fisico è forse quello più vicino per caratteristiche a Mertens. Perché a lui piace venire incontro, abbastanza bravo a giocare in velocità con i compagni. Attacca la profondità come Dries, ha meno velocità, meno veleno, ma piùp fisicità dentro l’area quindi l’unica grande differenza tra i due è che se andiamo a cross con lui possiamo alzare qualche pallone, mentre con la soluzione di oggi assolutamente no”.
“Rispetto allo scorso anno noi abbiamo un pizzico di consapevolezza in più, rispetto all’inizio dell’anno scorso e il finale di stagione ci ha dato più convinzione e consapevolezza. Sappiamo però che abbiamo davanti squadre di alto livello e la Juventus attuale, secondo me, è la più forte delle ultime sei stagioni. Visto che ha vinto nelle altre versioni, la vedo dura per tutti. Poi ci sono le milanesi che chiaramente quest’anno faranno un percorso diverso rispetto alle ultime stagioni. Questo sarà un campionato in cui rimanere nelle prime quattro posizioni sarà dura”.
“Non so cosa può mancare a questo Napoli, saremo compiuti il giorno in cui riusciremo a tirare fuori il 101% delle nostre possibilità, perché non si può parlare di una squadra compiuta solo s e vince. Se al momento stiamo tirando fuori il 101% delle possibilità? Penso di no, e spero di no. Penso ci siano ancora margini di miglioramento però può anche darsi che ci siano altre squadre più forti, tecnicamente o più forti mentalmente, questo lo vedremo alla lunga. Noi dobbiamo pensare a mercoledì, con il primo vero confronto difficilissimo di questa stagione perché la Lazio, in casa, quest’anno ha già sconfitto Juventus e Inter, quindi ci attende una verifica importantissima”.
“Concentrarsi più sul campionato che sulla Champions potrebbe essere un ragionamento giusto e logico, ma sarebbe limitante. Si dovrebbe pensare che Diawara allora non potrebbe giocare in questa squadra, ma lo scorso anno ha fatto benissimo in Champions e le partite le ha fatte quasi tutte lui. Lo stesso Zielinski ha fatto più presenze di Allan, quindi non vedo tutta questa differenza. La scelta Milik-Mertens è la stessa fata lo scorso anno con il Benfica, facendo giocare Gabbiadini per poi inserire Mertens per dare una svolta alla partita. Poi è chiaro che se il risultato arriva è una genialata, altrimenti no. Sono tutte rotazioni abbastanza logiche. Che poi la squadra abbia un pizzico di convinzione in più in campionato rispetto alla coppa è una sensazione che ho avuto anche io. Però ripeto, sarebbe limitante”.