L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport pubblica oggi l’analisi di Arrigo Sacchi su Napoli-Manchester City. “Sarri e Guardiola sono figli della medesima idea, cercano di imporre il proprio gioco grazie a innovazioni, didattiche avveniristiche e sensibilità che solo i grandi allenatori posseggono. Sono due geni che aiutano lo sviluppo e l’evoluzione di questo bellissimo sport. Hanno già vinto a prescindere dal risultato finale, hanno divertito e accontentato il pubblico che gli sarà riconoscente per sempre. Pep parte in vantaggio: oltre al gioco ci sono interpreti di maggiore esperienza e qualità, ma gli uomini di Maurizio stanno crescendo pure in un campionato assai meno allenante di quello inglese. I ragazzi di Guardiola possono giocare a ritmi, velocità e con pressing furioso sconosciuti da noi. Quindi un altro problema per gli azzurri è uscire dal pressing avversario che significa per loro un possesso molto più rapido di quello abituale e con molti cambi di gioco. All’andata il City giocò un 3-3-1-3, praticamente in difesa erano tre contro tre attaccanti del Napoli solo saltuariamente si aggiungeva un compagno in movimento. Questo sistema permetteva al City in possesso di avere un giocatore in più nel centrocampo (Delph) e ciò inibiva il pressing azzurro in inferiorità numerica. Pertanto per i napoletani sarà fondamentale essere molto stretti e compatti, avere 11 giocatori in posizione vicina e attiva così da potere scalare velocemente. Se il pressing non si può fare a tutto campo si dovrebbe attuare a centrocampo per non allungare la squadra. Le ripartenze, i tagli, gli attacchi alle spalle della difesa potrebbero creare difficoltà ad una squadra votata all’attacco e così superiore da dimenticarsi del pericolo, cosa che succede anche ai napoletani in Italia”.

Sacchi: “Sarri e Guardiola hanno già vinto a prescindere dal risultato finale”
"Sono due geni che aiutano lo sviluppo e l’evoluzione di questo bellissimo sport"
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