Niente più “titolarissimi”, niente più ansia da turnover. Napoli-Palermo ha dimostrato una volta in più che non esistono riserve all’ombra del Vesuvio. Sarri è riuscito nell’intento di inculcare il suo credo tattico in gran parte della rosa azzurra, ed ha perciò a disposizione almeno 15-16 pedine ormai perfettamente intercambiabili fra loro. Aldilà dei soliti noti – vedi Jorginho, Hamsik e, ovviamente, Higuain –, tre delle cosiddette “riserve” sono state decisive ai fini del risultato, supportate da un gioco corale nel quale ciascun interprete sa sempre cosa fare.
Il gol di Mertens da subentrato, a dire il vero, non è affatto una novità per i tifosi partenopei. Già ai tempi di Benitez il funambolo belga veniva deliberatamente risparmiato per i minuti finali, così da far male a difese ormai allo strenuo delle forze. Il copione è più o meno sempre lo stesso: stop sul lato sinistro della trequarti, finta al diretto avversario, sterzata sul destro e tiro a giro sul secondo palo (che quasi sempre non lascia scampo al portiere). E così è stato anche col Palermo, per la gioia di Sarri e dei 35 mila del San Paolo.
Ciò che invece ha impressionato del match di ieri sera è stata la sicurezza e l’efficacia con cui i vari David Lopez e Chiriches hanno dato respiro a gente come Allan (poi subentrato ugualmente) e Koulibaly. Merito non soltanto di una collaudata organizzazione di gioco, ma anche del lavoro atletico e psicologico eseguito in settimana su chi sembrava non essere all’altezza del progetto tecnico. Una parziale rivincita per il d.s. Giuntoli, chiamato in ogni caso a puntellare una rosa già resa da vertice dal suo timoniere.