Il Napoli di Carlo Ancelotti non ci ha abituato a prestazioni degne di nota. Da quando si è insediato il tecnico ex Milan non si è instaurato un gioco vincente e piacevole dato che per ora in bacheca non è stato annoverato alcun trofeo e le prestazioni sono poco belle, per usare un eufemismo. Chiaro che la colpa non risiede solo nel mister: l’intero collettivo sembra un lontano parente di quello ammirato con Maurizio Sarri, capace di gareggiare con la Juventus appena due anni fa, andando vicinissimo all’obiettivo scudetto, disputando performance invidiabili in rapporto a quantità e qualità.
Ciò che sta mancando più di altro sono i calciatori. L’affiatamento, la voglia, il mordente, la grinta, tutte quelle peculiarità venute fuori con l’ormai famoso Sarri-Ball, per dirla all’inglese, si sono affievolite fino a, si spera non in via definitiva, sparire. Ed è proprio uno dei giocatori che sembrava vicino all’esplosione definitiva che manca: Piotr Zielinski.
All’ombra del Vesuvio aspettano la consacrazione del gioiello da tempo. Sembra sia sempre l’anno buono per il salto di qualità ma, puntualmente, ciò non avviene. Con Don Carlo in panca, tra l’altro, ancora non si è trovata una collocazione definitiva per l’ex Empoli. Viene piazzato in mezzo al centrocampo con compiti d’impostazione, largo sulla fascia per dargli modo di essere svincolato dal troppo tatticismo e liberare la sua imprevedibilità, da mezzala, di rado, dove può sfruttare gli spazi con i suoi inserimenti e dettare i tempi di gioco abbastanza serenamente, non avendo eccessivi ordini difensivi a cui ottemperare. Tale duttilità, che per certi versi va assolutamente a vantaggio della squadra, può avere un risultato devastante sul ragazzo. Impegnarsi continuamente in ruoli diversi, non avendo mai modo di concentrarsi su qualcosa di particolare, potrebbe bruciarlo considerato il suo far tutto ma fondamentalmente nulla.
Sta ad Ancelotti risolvere l’ennesimo problema di questo Napoli che mai come in questa fase storica necessità di chiarezza e compattezza per risollevarsi dal pantano in cui verte.