Oltre al danno la beffa, come si suol dire. Lo sfogo composto di domenica scorsa ha attirato non poche critiche nei confronti di Sarri, reo di essersi adeguato al malcostume generale di cercare degli alibi per un risultato negativo. Sono due, in particolare, le lamentele contestategli: quella inerente al rigore non concesso al Napoli per fallo di Burdisso su Higuain e la sferzata sulle condizioni del manto erboso di Marassi.
“Potevamo avere la chance più importante, mi è sembrato palese che ci fosse un calcio di rigore per noi. La cosa strana è che siamo la squadra che ha giocato più palloni nell’area avversaria, ma siamo anche una delle poche squadra che non ha mai tirato un calcio di rigore“. Un dato inoppugnabile, che secondo il tecnico partenopeo “nel lungo periodo tornerà a posto“. Nessun accenno a cospirazioni o complotti, nulla che esuli da una semplice analisi. Il rigore, per la cronaca, ci stava tutto ed avrebbe causato l’espulsione del difensore.
“Mi sembra strano che in Italia si continui a permettere di giocare partite così importanti su terreni del genere“, questa la seconda frase “incriminata”. Un pò poco per scomodare il paragone con autentici maestri della lagna mediatica come Mazzarri o Liedholm. Tecnici eccellenti, per carità, ma capaci di prendersela anche col freddo a gennaio. E non è un caso che il patron genoano Enrico Preziosi, il giorno dopo l’incontro, confermi pubblicamente la tesi dell’avversario: “Nonostante gli investimenti non si riesce ad avere un manto erboso decente. Sarri ha ragione a lamentarsi“.