Dopo il sabato di anticipi di Serie A, impazzano come non mai le polemiche. La Juventus, capolista, vince a Benevento per 2-4, sbloccando una partita complicatissima grazie ad un rigore francamente inesistente realizzato da Dybala e procurato da un furbo Higuain. Ovviamente, tenendo presente l’altissima posta in palio, sono infuriate le diatribe, con mezza Italia che grida all’errore madornale, a causa dell’arbitro Pasqua che assegna il penalty senza consultare nemmeno la Var. Con questo ennesimo successo pieno di veleni, i bianconeri volano a +7 sul Napoli, in attesa della sfida al Chievo di oggi pomeriggio.
In mezzo a questo clima tesissimo c’è il Napoli di Maurizio Sarri, che sta cercando concentrazione in vista della gara contro la compagine di Maran, che segue il brutto pari di Reggio Emilia. E’ superfluo dire che la vittoria della Juventus mette ulteriore pressione sul gruppo partenopeo, ora costretto a vincere per non dire addio anzitempo ai sogni di titolo. L’avversario di oggi non è certamente dei più semplici, ma in questo momento gli avversari degli azzurri sono fondamentalmente due: il rendimento dei ragazzi di Allegri e il Napoli stesso.
Purtroppo il Napoli non può concedersi il lusso di perdere punti per strada in quanto i bianconeri continuano ad avere un ritmo forsennato, riuscendo a spuntarla contro qualsiasi tipo di avversario e in qualunque circostanza. Se alla grande forza della corazzata piemontese spesso si aggiungono le imprecisioni, spesso gravi e decisive, degli arbitri allora diventa tutto maledettamente più complesso e insormontabile.
Tuttavia, come detto, oltre alla vecchia signora, il Napoli deve guardarsi principalmente da sé stesso, per non dilapidare quanto di buono fatto fino ad oggi. Se la Juventus corre e non si ferma, il Napoli ha deciso di gettare punti alle ortiche in partite abbordabili (come contro il Sassuolo) o in big match non impossibili, come capitato in occasione della sfida alla Roma. In questo periodo la saturazione fisica e mentale dei titolari è venuta totalmente fuori, deficit che hanno fatto scivolare gli azzurri ad un momentaneo -7 che pesa come un macigno. Le concause di questo calo sono numerose, dal parossistico utilizzo degli inamovibili titolari alla difficile gestione del duello a distanza finendo con la miopia di Sarri dell’amministrazione di uomini e moduli, diventata prevedibile nel suo perpetuo riproporsi.
In conclusione, al di là di ogni discorso, la squadra deve ricompattarsi e restare unita per non sgretolarsi a causa di crepe sanabili se curate nel modo giusto. Fra qualche ora al San Paolo si deciderà una bella fetta di tricolore e futuro per il Napoli, che deve raccogliere tutte le energie rimaste per essere più forte della stanchezza, delle polemiche, dei veleni e di un’avversaria che pare irraggiungibile.