Si è pensato all’addio a gennaio. Alla possibile separazione dopo un avvio stagionale tutt’altro che deciso. Tra infortuni, performances anonime e concorrenza spietata. La strada di Arek Milik è apparsa in salita fin da subito. Poi, l’opportunità ha portato il nome di Nazionale. È con la sua Polonia che l’attaccante ha ritrovato la chance per rialzare la testa. Una rete, quella contro la Macedonia, che è servita a sbloccare soprattutto mentalmente il centravanti. E ciò ha avuto conseguenze in maniera positiva soprattutto sul Napoli e su Carlo Ancelotti.
Proprio l’allenatore romagnolo gli ha dato fiducia nella sfida interna col Verona. E la prima punta in casacca numero novantanove non ha deluso. Una rete per tempo e una standing ovation all’uscita che ha rafforzato il rapporto con la tifoseria. Prima un tap-in da due passi e in anticipo sui difensori ospiti, successivamente la girata sulla punizione calciata da Insigne. Milik è tornato, si è ripreso la formazione partenopea e ha regalato il successo ai compagni. Un bottino pieno che è servito per riscattare le apparizioni prima della sosta e per scalare la classifica.
Doppietta e critiche respinte per Arek che ha messo fine al periodo ostile e ha rivisto la luce. La prestazione del San Paolo ha sicuramente permesso al polacco di salire nelle gerarchie del tecnico di Reggiolo. Llorente e Mertens non sono più irraggiungibili.