Arrivato all’Inter quest’estate per la consistente cifra di 24 milioni, in sole 9 partite di campionato Matias Vecino si è subito preso le chiavi del centrocampo di Spalletti, scalzando la numerosa e agguerrita concorrenza e consacrandosi come uno dei migliori interpreti di centrocampo del campionato, avendo già collezionato ben 9 presenza ed una rete e una serie di prestazioni convincenti culminate con la prova maiuscola al San Paolo nel big match contro il Napoli.
Dopo 38 presenze e 2 reti con l’Empoli di Sarri e ben 85 partite e 6 reti in totale con la Fiorentina, il sud americano sta trascinando anche i nerazzurri, potendo contare su un carisma da leader silenzioso e su delle doti tecnico-tattiche di tutto rispetto: alto 1,89, strutturato fisicamente e slanciato nei movimenti, Vecino è un calciatore dinamico e bravo negli inserimenti e in fase di copertura; dotato di lunghe leve, l’ex empolese è anche un ostico marcatore e un grande motorino in mezzo al campo, aspetto evidenziato ad esempio sabato sera a Napoli con pressing asfissiante sui portatori di palla partenopei. Anche tecnicamente Vecino non ha nulla da invidiare a compagni più incensati dagli elogi dei media, disponendo di una buona tecnica di base, di proprietà di palleggio nel breve e un grande tiro dalla distanza, caratteristica che lo scorso anno punì proprio i nuovi compagni allenati al periodo da Stefano Pioli. Infine, il mediano ha dalla sua anche una grande duttilità tattica, fattore che lo rende utilizzabile sia come fulcro a centrocampo che come trequartista o mezzala.
Dopo la grande prestazione contro gli azzurri, molti addetti ai lavori legati all’ambiente partenopeo si sono mangiati le mani in quanto Vecino è stato accostato spesso al club di De Laurentiis: il primo abbozzo di trattativa risale ai tempi del passaggio di Sarri proprio agli azzurri, con il tecnico toscano che chiese alla dirigenza il calciatore uruguaiano, reduce da un’ottima stagione alle sue direttive. Il secondo accostamento c’è stato quest’estate, vista la volontà della Fiorentina di cedere l’interno al miglior offerente.
Indubbiamente l’aver perso una pedina come Vecino, completo sotto tutti i punti di vista e già rodato negli schermi di Sarri, lascia l’amaro in bocca, anche perché un uomo del calibro dell’ex viola avrebbe fatto comodo sotto molteplici aspetti. Tuttavia, l’abbondanza nel reparto, il rischio di creare dissapori nello spogliatoio a causa dell’elevato numero di giocatori per soli tre posti e l’assoluta qualità degli elementi attualmente in rosa giustificano la scelta del Napoli di non proseguire con l’offensiva su Vecino, decisione per giunta in linea con la politica dei giovani adottata dal club principalmente nel reparto centrale del rettangolo di gioco.