Che il Napoli dipendesse dai colpi di uno dei primi tre o quattro centravanti del pianeta non è certo una sorpresa, né tantomeno una disgrazia. C’è chi farebbe carte false per aggrapparsi a un campioni del calibro di Gonzalo Higuain per risolvere partite come quella con l’Udinese, o con il Chievo, o prima ancora con Fiorentina e Juventus. Mai come in questo primo scorcio di stagione il Pipita appare asciutto e rilassato, quasi spavaldo. Il calcio di Sarri pretende sacrificio e movimento, ma porta in dote rifornimenti maggiori rispetto al passato. Ed ecco che la punta centrale del tridente partenopeo si trasforma in un vero e proprio catalizzatore di gioco: 11 gol dell’argentino su 38 complessivi fra campionato e coppa, quota di poco inferiore al 29 per cento, addirittura 9 su 22 in sole 12 giornate di Serie A, qualcosa come il 40 per cento dell’intero “PIL” azzurro. Ma se da un lato queste statistiche confermano la crescita di un indiscusso campione – che già segnava, e tanto, ai tempi di Benitez –, dall’altro evidenziano qualche difficoltà di troppo in altri uomini chiave.
GLI SCUDIERI – La speciale classifica dei vice bomber, ovvero dei più prolifici alle spalle del Pipita, è guidata nettamente da Lorenzo Insigne. Sono sei – appena tre in meno di Higuain – le reti messe a segno in campionato dallo scugnizzo di Frattamaggiore, record personale in Serie A. Peccato che il suo ultimo centro in stagione risalga al 46’ di Napoli-Fiorentina del 18 ottobre scorso. Da allora l’ex Pescara pare come essersi inceppato: già cinque i match di digiuno fra Serie A ed Europa League, dove fra l’altro resta l’unica punta ancora a secco di gol. Esattamente l’opposto rispetto a Manolo Gabbiadini, che è top scorer della manifestazione al pari di Callejon (e di altri quattro giocatori) con quattro marcature in altrettante partite. Il problema del bergamasco è semmai il campionato, dove è andato a bersaglio una volta soltanto nel 5-0 alla Lazio. Tenuto conto della media gol complessiva, l’ex doriano è in ogni caso il più letale dopo il Pipita.
GOL MANCANTI – A destare scalpore è più che altro l’insolito score realizzativo di cecchini del calibro di Hamsik e Callejon. Detto dell’ottimo rendimento europeo, lo spagnolo non si è ancora sbloccato in campionato; il che ha dell’incredibile guardando alle statistiche del biennio Benitez: 32 gol in 111 presenze di cui ben 20 alla sua prima stagione e solo, si fa per dire, 12 in quella appena trascorsa. La sensazione, o meglio la speranza viste le tante occasioni fallite, è che si tratti però soltanto di un periodo di appannamento. Stesso dicasi per lo slovacco, mai così male in otto anni in azzurro. Per lui appena un centro in campionato nel ko col Sassuolo (era il 23 agosto) ed un coppa a metà settembre nel 5-0 sul Bruges. Anche a voler tener conto dell’arretramento in mediana, con tutto ciò che ne consegue sul piano del lavoro in fase di copertura (e dunque del dispendio fisico), due mesi di digiuno ci sembrano onestamente davvero troppi.