Cinque gol in sei partite: una media da centravanti vero, se non da cecchino infallibile. Numeri di un Callejon formato Europa League che ricorda da molto vicino lo spietato incursore del primo anno con Benitez. “È un giocatore che può andare tranquillamente in doppia cifra tutti gli anni“, disse di lui l’attuale tecnico del Real Madrid al momento dell’annuncio del suo arrivo a Napoli proprio dai Blancos. Qualche giornalista in sala stampa non si trattenne dal ridere, ignaro del reale valore del giocatore: 52 presenze e 20 gol in una sola stagione, di cui ben 15 in campionato. L’anno scorso, come per tutta la squadra, una leggera involuzione: appena, si fa per dire, 11 gol in Serie A più uno in Europa.
Uno strano mix di assist, lavoro sporco per i compagni ed errori sotto porta fa sì che – cosa mai vista dal approdo in azzurro – lo spagnolo non abbia ancora segnato dopo ben 15 turni. Nulla di poi così allarmante, il feeling col gol c’è ancora e si vede, almeno in coppa. Ma sarebbe anche ora di liberarsi di un tabù che, alla lunga, può risultare logorante sul piano mentale. Ed ecco presentarsi l’occasione perfetta, l’ennesimo big match, al San Paolo, contro un avversario che evoca ricordi dolcissimi.
Napoli-Roma è per antonomasia la “sua” sfida. Per due volte, su due precedenti, lo spagnolo ha purgato i giallorossi di Garcia nell’edizione casalinga del “derby del sole”: suo il gol vittoria nell’1-0 del 9 marzo 2014; suo il raddoppio nel 2-0 del 1° novembre dopo una meravigliosa volé di Higuain. Il momento è dunque proprizio e il giocatore, immaginiamo, freme. Un gol alla Roma, l’ennesimo, per interrompere un digiuno iniziato a Cagliari addirittura il 19 aprile scorso.