Passo
fiero ed emozionato, come quello di chi è sicuro di se ma sente un logico
tremolio alle gambe davanti ad una realtà grande e importante come quella di
Napoli. Quaranta minuti di ritardo prima di entrare in una sala stampa gremita
di giornalisti, regionali e nazionali, la consapevolezza che ogni parola avrà
il suo peso. È il giorno della presentazione di Mazzarri, il tecnico chiamato
da De Laurentiis a rialzare le sorti di un Napoli fino ad ora deludente, di una
realtà che si prepara a vivere una nuova era. Dalle parole introduttive alla
conferenza del patron azzurro, si capisce più che mai che Donadoni era il
tecnico della “transizione” dal vecchio Napoli a quello della nuova era, e
soprattutto che Mazzari era in cima alla lista: «Il nome di Walter Mazzarri è un nome che circola nel Calcio Napoli e in
Filmauro da circa due anni – esordisce De Laurentiis – anzi chiedo scusa a Garrone e Marotta che, proprio a causa del nostro
sbandierato interesse, hanno dovuto alzargli lo stipendio. In realtà due anni
fa avevo già chiesto a Marino di trattare Mazzarri, ma la trattativa non andò
in porto, non so ancora il perchè. Il nostro obiettivo, col tecnico del nuovo
corso, è costruire una squadra da quarto posto».
MAI CONTATTATI ROSSI E MANCINI. La
conferenza è anche il momento giusto per girare tutte le carte: «Si dice che non ho preso Mancini perché
costa troppo. Una bugia, se avessi voluto avrei negoziato il contratto con il
mio amico Moratti (anche per il contratto? ndr). La verità è che non ho mai avvicinato Mancini e Delio Rossi (questo
è vero ndr) perché ho sempre avuto in
testa Mazzarri. Quando due anni fa non capivo ancora niente di moduli, vedevo
che la Samp interpretava bene il 3-5-2 e chiesi a Marino di prendermi Mazzarri,
ma lui mi disse che non si riusciva a prendere».
ECCO MAZZARRI: «NAPOLI, GRANDE
PIAZZA». Alle
10.40, quasi un’ora dopo la prevista presentazione, arriva Mazzarri. L’emozione
è palpabile, ma le idee sono chiare e precise: «Prima di tutto – esordisce il tecnico – ci tengo a precisare che Napoli per me è un punto di arrivo. Questa
piazza è paragonabile alle piazze maggiori, anche a vedere il bacino d’utenza.
Non si può rifiutare una proposta del genere, ecco perché non ho esitato un
momento».
LA CURA E LA PROMESSA. De Laurentiis lo ha scelto perché
amava come le sue squadre interpretavano il 3-5-2 e Mazzarri? Crede che questo
modulo si sposi a perfezione con questo gruppo: «Con questo modulo il Napoli giocava benissimo, arrivando fino ai primi
posti in classifica. Ecco perché credo che i motivi del crollo non siano dovuti
al modulo quanto, evidentemente, ad un problema di testa». È un fiume in
piena Mazzarri, carattere deciso e grintoso e lo si intuisce dalle sue parole: «Una cosa è certa: voglio che i miei ragazzi
mettano l’anima in campo. Sono sicuro che i tifosi si accorgono subito quando
una squadra ci mette l’anima o quando non lo fa, beh noi lo faremo. È una
promessa. Vigilerò su loro, gli starò accanto, sempre. Capisco quando una
squadra fa di tutto per ottenere risultati ed è quello che farà il mio Napoli».
LA ROSA E IL MERCATO. Rispetto dei
ruoli e attenzione al gruppo: tra Mazzarri e De Laurentiis sembra già esserci
un patto d’acciaio: «Non parlerò mai di
mercato – dice il tecnico – ho un
profondo rispetto per i ruoli, il mio è quello di far funzionare la squadra e
chiedere al presidente giocatori laddove servano, ma alla stampa non dirò
niente. Per il resto sarò molto aperto all’informazione (meno male). Se userò il 3-5-2? Ancora non lo so, devo
saggiare la squadra, per ora li ho visti solo in tv, in genere mi sono sempre
saputo adattare agli uomini che un club mi metteva a disposizione, lo farò
anche stavolta. E poi, se vedete bene, la mia Reggina giocava col 3-4-3. Mi adatto. Mercato? Ancora
non so dove bisogna intervenire. Alla Samp avevo Maggio a destra e Pieri a
sinistra. Uno su due ce l’ho, ora vedrò a sinistra chi posso utilizzare».
LAVEZZI E I GOL PERDUTI. A chi gli
chiede se Lavezzi e Cassano siano paragonabili, Mazzari risponde senza
esitazioni: «Un giocatore non può essere mai il clone di un altro. Ognuno a
seconda delle sue caratteristiche può dare qualcosa alla squadra. Semmai ci
tengo a dire che io pretendo dai miei uomini carattere e disciplina tattica». A
quel mal di gol, poi, di cui sembra soffrire il Napoli, Mazzarri pare aver
trovato la cura o meglio, pare che sia implicita nel suo modulo: «La storia
dice che Amoruso con la Reggina ha segnato il suo maggior numero di reti,
questo perché gli attaccanti con me segnano sempre tantissimo. Sono convinto
che la squadra deve lavorare molto per i propri bomber, non l’inverso.
L’atteggiamento della squadra è importante».
DE LAURENTIIS INCORONA MAZZARRI. La
conferenza stampa di conclude con le parole del patron De Laurentiis che
dimostra di puntare molto sul nuovo tecnico: «Mazzarri ha l’aspetto di un
giocatore di poker. Lui si siede al tavolo a gioca la sua partita. In ogni caso».
Poi la risposta sibillina a chi accusa dice al presidente che rischia di
diventare un “mangia-allenatori”: «A me veramente risulta che qui c’è stato un
tecnico per quattro anni di seguito…».