Arrivato a fari spenti se non addirittura tra lo scetticismo generale, Fernando Llorente ci ha messo una manciata di minuti a far ricredere la tifoseria napoletana tra l’anticipo di campionato con la Sampdoria e la grande vittoria sul Liverpool all’esordio in Champions coronata dal gol del 2-0 che lo ha già trasportato nel cuore dei sostenitori azzurri.
Tanti erano le perplessità dei supporters partenopei: in primis l’età, lo “status” da parametro zero, il passato juventino che da queste parti non è mai un punto a favore. Tutto spazzato via dalle prestazioni di un giocatore che si è lasciato scivolare addosso qualche facile ironia di troppo e sta dimostrando di essere molto di più che una semplice torre da scampoli di partita o un elemento in grado di aiutare soltanto con il fisico.
La verità è che Ancelotti ha scoperto di poter disporre di una risorsa multiuso, in grado di consentire l’utilizzo di svariate soluzioni tattiche. Llorente ha infatti dimostrato sia di poter reggere il reparto da solo (portando via uno o due difensori avversari) che di trovarsi bene in coppia con Mertens (emblematico il gol del 2-0 alla Sampdoria del belga). Contro il Liverpool lo spagnolo ha fornito un contributo impagabile anche a livello di esperienza e di senso della posizione, anche contro un difensore non certo da poco come Van Dijk.
C’è da capire, adesso, come la situazione possa evolvere con il rientro sempre più vicino di Arek Milik. L’attaccante polacco, in trattativa con la società per il rinnovo, avrà bisogno di tempo per carburare nuovamente e se Llorente conferma lo stato di forma attuale è difficile che l’ex Juve e Tottenham non veda più il campo. Anche con il rientro di Milik, in ogni caso, l’iberico è carta preziosa da giocare: adattabile, sa essere compatibile con qualsiasi tipo di punta in attacco. A occhio, un vero e proprio affare per il Napoli, visti anche i costi irrisori.