Lontano da casa il lavoro si fa sempre più difficile, certo, ma quando il calendario ti costringe a lasciare la penisola per andare in trasferta sulle isole le cose si fanno ancora più dure. Questo è un po’ quello che sta succedendo quando il Napoli parte alla volta della Sicilia o della Sardegna per le trasferte isolane dalle quali però gli azzurri tornano quasi sempre con le ossa rotte. Qui c’entra poco il mal di trasferta che ha afflitto la compagine partenopea per un anno intero (dal 26 ottobre 2008 al 25 ottobre 2009) e tantomeno il rendimento esterno, a livello di gioco, discontinuo tenuto da tutta la squadra. Anche dopo il funambolico Cagliari-Napoli di ieri le isole rimangono indigeste, soprattutto dopo che gli azzurri, portatisi sullo 0-2 a un quarto d’ora dalla fine della gara, avevano accarezzato la possibilità di tornare a Napoli da vincitori.
QUANDO LA VITTORIA E' UNA CHIMERA – Non bisogna solo considerare l’astinenza di successi pieni che perseguita il Napoli in tutti i suoi confronti con le squadre isolane, ma anche i singoli risultati conseguiti durante i primi cinque anni dell’era De Laurentiis. A Palermo gli azzurri non vincono dal lontano ’69, a Catania mai una vittoria in Serie A (e solo una, in B, in 12 confronti), e a Cagliari non si torna con i 3 punti dal 1995. Dall’inferno della Serie C fino al rocambolesco 3-3 del Sant’Elia, in 12 incontri disputati in totale sulle due isole maggiori d’Italia, gli azzurri hanno vinto solo una partita, tra l’altro la prima della serie, ad Acireale nel 2005 con una doppietta di Calaiò. Da lì in poi sono state raccolte 8 sconfitte e 3 pareggi di cui, oltre a quello aggrappato sul filo di lana ieri a Cagliari, uno nella “piccola” Gela ed un altro a Catania quest’anno entrambi a reti bianche.
LE SCONFITTE CHE FANNO MALE – Le otto sconfitte sopra menzionate hanno lasciato sempre molte ferite da leccare alla squadra azzurra: la sconfitta contro la Sassari Torres di Cuccureddu (2-0) in C1, i tre ko consecutivi, e tutti col risultato di 2-1, rimediati a Palermo nelle ultime tre stagioni più le batoste rimediate a Cagliari e Catania. In terra sarda l’anno scorso i rossoblù s’imposero 2-0 con gol di Jeda e Lazzari mentre due anni fa Matri e Conti, rispettivamente al 91’ e al 95’, furono gli artefici di un’altra rimonta cagliaritana, oltre a quella di ieri, che gelò tutti i napoletani ormai sicuri che il gol di Hamsik potesse bastare. Al "Cibali" invece sia nella stagione 2007-2008 sia l’anno scorso furono tremendi dolori: netto 3-0 due anni fa, con gol di Colucci, Spinesi e Vargas, e 3-1 nella primavera scorsa, al gol di Bogliacino risposero Morimoto, Mascara e Falconieri. I numeri sono impietosi: in 12 trasferte “isolane” 21 reti incassate e 10 realizzate (di cui 3 fatte ieri). Ieri il Napoli del “mago” Mazzari è andato vicino ad un punto di svolta, ma l’incantesimo ancora non si è rotto.