A caldo avevi rassicurato tutti con un sereno: “Sto bene, non è come l’altra volta”. Ti sbagliavi, perché è peggio dell’altra volta. Sei vittima di una sorte troppo avversa. Eccessivamente ingiusta. Perchè attraverso un meccanismo a retroazione ti sono riapparse sensazioni già vissute. Quei pensieri orribili, ormai accantonati sono ritornati prepotentemente.
DESTINO BEFFARDO – Non è giusto perché il destino si è accanito contro di te. Non è giusto perché nulla dovrebbe impedire ad un ragazzo di segnare in una delle squadre più prolifiche d’Europa. Non è giusto perché sei stato pagato 33 milioni e non hai avuto modo di dimostrarli. Non è giusto perché a 23 anni hai subito la seconda rottura del crociato nel giro di undici mesi. Stavolta l’altro ginocchio, non quello già operato. Hai già sofferto abbastanza. Non è giusto perché hai già patito troppo dolore.
TRISTE DEJA VU – Dalla maledetta sera di Varsavia al tardo pomeriggio di Ferrara. È la storia di un ragazzo preso di mira dal fato. Costretto a tornare sotto i ferri. A stringere i denti e a vedere ancora una volta i suoi compagni, i suoi amici lottare sul campo. Ma lui non può farlo. Per quattro, cinque o forse sei mesi. Adesso tutti si proclameranno dottori specialisti. Perchè (purtroppo) è così. I tuttologi del web sentiranno il dovere o meglio la necessità fisiologica di scrivere, di aprire pseudo cartelle cliniche, con annesse (inevitabili) lamentele. Ci sarà chi inveirà contro la società, rea di non aver trattenuto uno tra Zapata e Pavoletti. Ci sarà chi, invece, ergendosi ad erede di Maometto, aveva già profetizzato tutto ciò secoli orsono. Ci sarà chi sbufferà al solo pensiero di vedere Inglese a gennaio con la maglia azzurra. C’è già chi ha pensato a Klose o addirittura a Gilardino. Parole, chiacchiere portate via da questi primi giorni di leggera brezza autunnale.
WHY AGAIN ? – La seconda volta è dura. Come un fendente che ti colpisce in pieno, che ti lascia senza scampo. E anche senza parole. Provoca rabbia. E stupore. Perchè sembra tutto così assurdo, paradossale. Why again? Perchè sempre lui? È uno scherzo del destino, che non vuole accontentarsi. Che si ripresenta. Che si prende gioco dei sentimenti e dello stato d’animo di un’intera città. Un popolo che ha incrociato le dita, che ha invocato anche una mano dal cielo. Perchè Arek è ormai uno di noi. È come se si fosse fatto male uno di famiglia. Ed allora stai sempre lì a domandare, a cercare aggiornamenti. Non ci voleva. Non doveva (ri)accadere.
LA PROMESSA COLLETTIVA – Guai ad abbattersi. Chi si ferma è perduto. Ci vorranno forza, coraggio e pazienza per affrontare questa nuova prova. Che affronterai con maggiore determinazione ed esperienza. Perchè sai già come fare. Ci sei già passato ed è per questo che ce la farai anche stavolta. È un obbligo morale, verso te stesso e verso chi ti sostiene. Prova a parlarne anche con Florenzi. Chi meglio di lui può capirti. E consigliarti. L’incubo è tornato. Senza avvisare, proprio quando stavi riacquistando le certezze perse. Dal fulgore del rettangolo verde al silenzio assordante di una sala operatoria. Ma non pensarci. Perchè ritornerà il tuo momento. E la gente che ti ama griderà ancora più forte il tuo nome. Perchè sa quanto hai già patito e quanto stai soffrendo adesso. Chi fa due crociati in un anno meriterà per forza un risarcimento dal destino. E chissà che possa combaciare con l’esaudimento di una promessa collettiva, alla quale hai partecipato anche tu. Fai presto Arek, Napoli ti aspetta!