Emanuele Calaiò, ex attaccante del Napoli fra le altre, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha parlato degli azzurri e della debacle della nostra Nazionale, responsabilizzando sopratutto Gian Piero Ventura.
L’Arciere ha innanzitutto voluto ribadire che le sue scelte in carriera sono state spesso anticonformiste, ma votate al perseguimento di un progetto di più lunghe vedute rispetto a quelli più immediati delle squadre di Serie A: “I soldi contano è vero, ma è relativo” ha esordito “Io personalmente ho sempre scelto i progetti. Avevo 23 anni e venivo da una grande stagione con il Pescara, mi volevano in A ma io scelsi di andare in C a giocare con il Napoli perché il progetto mi entusiasmava. L’ho fatto anche altre volte, anche a Parma sono venuto per lo stesso identico motivo”.
Calaiò ha poi speso complimenti per la Serie B e a suo parere la lega principale avrebbe da imparare dalla cadetta: “La Serie B è molto livellata, ci sono solamente 5-6 squadre che non riescono a decollare. Rispetto alla A ci sono molti più giovani, molti più italiani e sopratutto girano meno soldi, è più autentica. Se penso a quando con la maglia azzurra arrivammo secondi mi viene da pensare lo stesso. Ai tempi c’erano la Juventus ed il Genoa ad essere più forti, noi altre eravamo alla pari ma l’abbiamo spuntata noi”.
Per ultimo ha voluto lasciare il discorso relativo alla mancata qualificazione ai Mondiali in Russia 2018 che ha lasciato noi tutti sgomenti: “Ho visto la partita con la Svezia ed è stata una grande tristezza vedere di non essere all’altezza delle altre squadre in Europa. Si sono viste tutte le lacune del calcio italiano ed è un peccato. Ventura mi allenò anche al Napoli, arrivai a Gennaio e lui qualche settimana dopo fu esonerato”.