La redazione di NapoliSport.net ha avuto il piacere di intervistare Antonio Giordano, firma autorevole del Corriere dello Sport. Insieme abbiamo parlato del girone Champions capitato al Napoli, delle idee di Ancelotti in vista della Sampdoria e della centralità, secondo il giornalista, di un calciatore come Hamsik nel progetto azzurro.
Il Napoli ha beccato un girone di ferro in Champions League: crede che gli azzurri abbiano qualche chance seria di passare il turno o l’esperienza del Liverpool e il tasso tecnico del PSG renderanno impossibile l’approdo agli ottavi?
Le speranze ci sono sempre. Il valore degli uomini di Ancelotti rende possibile l’approdo agli ottavi, chiaro poi che le altre siano favorite. Da parte mia non mi immagino un Napoli nel ruolo di vittima sacrificale. C’è tra l’altro anche la Stella Rossa di Belgrado che offre un ambiente – riferendosi alla tifoseria calorosissima dei serbi – niente male. In certe partite poi la storia pesa. Secondo me c’è tanto equilibrio. Il girone è tra i più difficili della competizione con quello dell’Inter.
Personalmente teme più il Liverpool o il PSG?
Dico Liverpool. E’ una squadra consolidata. Come individualità i francesi sono avanti perché quei tre in avanti – parla di Neymar, Cavani e Mbappé – fanno paura, però i Reds hanno più manovra, gioco e coesione rispetto ai parigini, direi anche giustamente perché sono già due anni che Klopp li allena. Ha avuto modo di fare passi da gigante, di accorgersi di cosa avessero bisogno per migliorare ulteriormente il livello tecnico. Chiaro poi che se i tre del PSG si mettono a fare i fenomeni lì davanti spostano gli equilibri. Sono avversari temibili. Più che temibili, terribili (ride ndr). Però questo è il bello della Champions. Vivere le emozioni di Anfield, capire dove effettivamente il Napoli, dal punto di vista tecnico, è arrivato. Magari a un livello di cui non siamo neanche consapevoli. Personalmente credo di aver chiaro quale sia il reale valore dei partenopei, vedo che la gente però non è del tutto convinta. C’è un grado di sottovalutazione di questa squadra incredibile. Può essere che il collettivo sia sottovalutato per via del mercato portato avanti questa estate? No, è un’idea generale sbagliata. Il Napoli ha preso quello che serviva secondo le proprie possibilità. Tutti poi sognavano il colpaccio ma bisogna fare i conti con la realtà.
Nel match vinto la settimana scorsa col Milan Ancelotti ha palesato il suo essere camaleontico schierando ben tre moduli: crede che con la Sampdoria continuerà con il 4-3-3 o ci sarà sin dal fischio d’inizio qualche novità?
Credo che il 4-3-2-1 sia il modulo e l’idea di partenza. Poi magari i calciatori si schierano diversamente a partita in corso ma è un dettaglio irrilevante. Credo che qualcosa cambi, non tante cose ma qualcosina di nuovo ci sarà.
Qualche novità potrebbe risiedere nei giocatori con Verdi e Diawara al posto di Callejon e Hamsik?
E’ un’ipotesi che va tenuta in considerazione.
Hamsik serve realmente a questo Napoli nel ruolo di regista o è giunto il momento di lasciarlo da parte?
I capitani, i leader, le persone per bene non possono essere accantonate. Hamsik rappresenta la storia del Napoli in assoluto. Non lo dico io, lo dicono le statistiche, lo dice la capacità di un uomo che da 12 anni veste l’azzurro, che ha battuto il record di presenze di Maradona e tra poco batterà quello di Bruscolotti. Non è nato regista ma può diventarlo, però ha bisogno di tempo. Neanche Pirlo, il più grande interprete del ruolo, ha subito reso da playmaker. Credo sia legittimo e naturale un periodo di ambientamento. E’ un altro gioco. E dico ciò non per riconoscenza, altrimenti si farebbe solo un danno alla squadra, ma Hamsik non può essere tagliato, almeno non a stagione in corso. Quest’anno poteva andare in Cina, e non ci è andato. Magari l’anno prossimo dirà addio, nel calcio non si sa mai. Un uomo della sua statura tecnica e morale non può essere messo da parte, rappresenta un punto di riferimento e lo rappresenterà anche quando smetterà di giocare.