Di nuovo lui, Diego Costa. Ancora una volta protagonista per le sue intemperanze invece che per i suoi gol o per le sue giocate sul rettangolo verde. Ieri, il Chelsea ha patito sul campo dello Stoke la sua settima sconfitta in campionato (1-0), con Mourinho in tribuna per squalifica. Un pomeriggio da dimenticare, l’ennesimo, trascorso in gran parte dal brasiliano – naturalizzato spagnolo – a litigare con Shawcross.
Scontri, trattenute, occhiatacce; nulla di nuovo. Tuttavia, in un preciso momento dell’incontro e dopo aver afferrato il difensore avversario per il collo, Costa ha dato inizio ad un nuovo show. Si è rivolto direttamente a Shawcross facendogli notare, con due dita al naso a mo’ di cannuccia, che le sue ascelle emanavano un certo cattivo odore.
Ma non è finita lì. In un altro fase del match l’attaccante dei Blues si è gettato su un pallone diretto sul fondo, a pochi passi dalla bandierina del corner. Nella fretta, non si sa se in maniera volontaria, ha rifilato un pestone a uno degli agenti di sicurezza appostati in quella zona del campo. Successivamente, fa sapere la BBC, lo steward in questione avrebbe sporto denuncia nei confronti del giocatore, fresco di convocazione da parte di Del Bosque.
Sempre al limite, a causa dell’aggressività sviluppata per le strade di Lagarto, dove è cresciuto, Costa conferma di non concepire altro calcio se non quello rissoso e scorretto delle favelas. Un caratteraccio che gli si è spesso ritorto contro nel suo girovagare da un capo all’altro della Spagna, così come nei due anni trascorsi a Londra, dove già vanta una fedina degna dei “peggiori bar di Caracas”.