Senza idee, senza identità, senza coraggio. E se a San Siro, contro una squadra come l’Inter, ti presenti così, la figuraccia è garantita. Che ci fosse una netta differenza tecnica tra i nerazzurri e il Napoli era scontato, ma i primi cinque minuti della gara hanno messo in evidenza più che la forza dell’Inter, la pochezza del Napoli. Almeno dalla cintola in giù. Perché, se in avanti Quagliarella e Lavezzi fanno a fatica quello che possono (anche perché Hamsik questa sera se l’è chiamata di festa), la difesa si inscrive di diritto al “Festival degli orrori”. Donadoni schiera una difesa a tre con Contini, Cannavaro e Santacroce poco assistiti da Gargano e Bogliacino e letteralmente travolta da Milito, Eto’o e compagnia cantante.
BLACK-OUT. L’Inter c’è e preme sin dai primissimi secondi. Il Napoli, invece, si concede 40’ di ritardo mentale. Si possono spiegare soltanto così i primi cinque minuti di assoluto black-out nei quali l’Inter trova il doppio vantaggio e il Napoli perde la testa. Al 3’, sugli sviluppi di un corner, la difesa azzurra si dimentica letteralmente di Eto’o che, dopo una mischia, spinge il pallone in rete. Inter in vantaggio, ma non è finita. Passano appena due minuti e si apre un’altra voragine nella retroguardia partenopea: il devastante Maicon si beve Zuniga (mai in partita) e lancia in verticale per Milito che se ne va via in fuorigioco millimetrico, apre il destro e deposita in rete. Era fuorigioco ma nessuno se n’è accorto, tutti hanno notato invece la pochezza della retroguardia del Napoli. 2-0. L’Inter gestisce la partita senza nessuna difficoltà, lasciando scorrere i minuti al piccolo trotto, e concedendosi una fiammata vincente al 32’ quando Lucio, su calcio d’angolo, infila di testa De Sanctis. Tre a zero, niente da ridire.
RIECCO LAVEZZI. Dopo 36’ di nulla totale, il Napoli scende in campo negli ultimi cinque minuti del primo tempo, approfittando anche di una certa rilassatezza dell’Inter. Gli azzurri (stasera grigi di maglia e di fatto) provano a rialzare la testa e i ritmi, e al 37’ riescono persino a timbrare il cartellino: Contini calcia al volo di sinistro, la palla arriva dalle parti di Lavezzi che, tutto solo, col piede mancino infila all’incrocio dei pali. Dopo il gol, il Napoli sembra ritrovarsi ma è un fuoco di paglia e comunque in campo gli uomini di Donadoni dimostrano di non avere una propria identità.
ZERO EMOZIONI. La ripresa presenta un canovaccio abbastanza scontato: l’Inter gioca al piccolo trotto (anche perché i nerazzurri scenderanno in campo già sabato a Genova contro la Sampdoria) e i Napoli prova ad andare avanti con la forza della disperazione (neanche tanta), anche perché in campo l’undici di Donadoni non ha né le idee né la forza fisica per opporsi ai padroni di casa. Il tecnico partenopeo prova a mischiare un po’ le carte inserendo Denis per Maggio, Aronica per Santacroce e Pazienza per Bogliacino. Ma il risultato non cambia, vince l’Inter e per il Napoli è notte fonda.