11
settembre 2001 ore 8.46, una delle Torri del World Trade Center viene colpita
da un aereo, poco dopo toccherà all’altra Torre e al Pentagono, in quello che
si rivelerà essere il più sconcertante e drammatico attentato terroristico che
la storia ricordi.
11 settembre 2001, 2974 vittime accertate più le tanti morti postume legate
alle esalazioni degli edifici crollati, numeri che danno la proporzione di un
dramma che non può essere dimenticato.
11
settembre 2001, il volto insanguinato delle persone che incredule correvano per
le strade affollate e impolverate; il gesto di chi scelse di gettarsi dagli
edifici piuttosto che morire nel rogo; la popolazione mondiale col fiato
sospeso davanti a quelle atroci immagini.
11 settembre 2001, lo spettacolo non si fermò neanche davanti a tanto orrore. Quella
sera c’erano in programma le gare di Champions League che l’Uefa non si sentì
di sospendere. Quella sera all’Olimpico c’era Roma-Real Madrid, una gara che,
in una situazione normale, farebbe vibrare l’intero stadio; e invece solo
silenzio, per la prima volta la sconfitta della Roma passò in secondo piano, i
giocatori di entrambi gli schieramenti sembravano increduli, quasi costretti a
giocare. A fine gara Capello disse: “Sarebbe stato opportuno rinviare la
partita. Dopo aver passato tutto il pomeriggio davanti alla televisione a
vedere le tragiche immagini dell'attentato negli Stati uniti, pensavo che la
partita con il Real Madrid venisse rinviata. Anche qualche mio giocatore
pensava di non dover giocare”.
11 settembre 2009, ad otto anni di distanza quelle
scene restano impresse nella memoria di tutti, cancellarle è impossibile,
dimenticarle sarebbe spietato, come quella decisione inspiegabile dell’Uefa, perché
quella sera lo spettacolo non poteva, non doveva andare avanti.